Nelle sale, è finalmente uscito Jurassic World: Rebirth, il settimo capitolo del franchise ispirato dall’opera di Michael Crichton.
La regia di Garett Edwards e la sceneggiatura di David Koepp strizzano l’occhio alla trilogia originale, ma con la volontà d’essere un’entità che si regge sulle sue gambe.
L’IP di Jurassic Park ha sempre avuto una storia tormentata. Perfino il ritorno di Steven Spielberg per The Lost World(1997) —seguito dell’originale del 93’—venne criticato aspramente pur essendo tutt’oggi il migliore tra tutti i sequel. Jurassic Park 3 fu il chiodo finale nella bara di quello che sembrava essere un franchise senza più niente da offrire.
Ci vogliono infatti ben 14 anni per riportare in vita dall’estinzione il marchio “Jurassic”, questa volta però con volti nuovi e con un nuovo nome. Jurassic World debutta nelle sale cinematografiche nel 2015 e segna un nuovo capitolo nella storia tumultuosa della saga. A questo seguiranno due sequel: Fallen Kingdom (2018) e Dominion (2022), nei quali si vedrà anche il ritorno del trio Alan Grant (Sam Neil), Ellie Sattler (Laura Dern) ed Ian Malcolm (Jeff Goldblum). Tra alti e bassi, la trilogia del “mondo giurassico” guadagna quasi 4 miliardi di dollari e sembra porre definitivamente la parola fine al franchise.
Invece, dopo pochi mesi arriva l’annuncio: la saga continua.
Ed è così che dopo appena tre anni da Dominion, ha inizio un altro capitolo, anche questa volta con un cast completamente nuovo (nessuno dei personaggi e attori della presente trilogia hanno fatto ritorno). Che dire di Jurassic World: Rebirth? È un film competente, un sequel sicuramente al di sopra della sufficienza ma senza avventurarsi oltre. È un 7/10 di tutto rispetto che sa cosa dare alla gente, sa cosa mostrare, e per quanto tempo.
Sicuramente non stiamo parlando di una pellicola perfetta; di cose che fanno storcere il naso ce ne sono, ma viste le basse aspettative è sicuramente una lieta sorpresa. L’ottimo cast offre una prova attoriale solida, ci sono ottimi effetti speciali, i personaggi (per la maggior parte) sono scritti bene, e la trama si regge in piedi, ma niente di più.
